Il pelo di cammello (WK)

Il cammello, animale che raggiunge con facilità i 2-3 metri di altezza con un peso di oltre 400 chili, vive abitualmente in branchi di una ventina di esemplari ed è diffuso in tutta l’Asia centrale.

La produzione del filato proviene principalmente dalla Cina e dalla Mongolia e in misura minore dall’Egitto e dall’Iran. 

Il pelo di cammello è costituito dal mantello lanuginoso del ventre dell’animale. Ogni anno avviene la muta del pelo che inizia a cadere in primavera e viene raccolto con l’utilizzo di piccoli pettini. Il vello si presenta fine, soffice, leggermente arricciato e di color beige. 

I piccoli del cammello, fino all’età di un anno, sono biondi, quasi bianchi e il loro pelo è particolarmente morbido e pregiato, mentre nei cammelli adulti il colore del pelo va dal bruno chiaro, al bruno medio e rossiccio.

Il vello esterno può raggiungere anche i 40 centimetri di lunghezza ma si presenta molto grossolano, mentre il vello sottostante raggiunge una lunghezza che varia tra i 3 e i 12 centimetri, con una finezza media tra i 17 e i 23 micron.

Il pelo di cammello ha eccellenti proprietà isolanti: è caldo e confortevole e si utilizza per confezionare capi d’abbigliamento esterno e capi in maglieria. 

Il pelo più grossolano è quello di dromedario che si impiega solo per interfodere.

Il pelo di lama (WL)

Il lama, il più grande camelide sud Americano, vive nella regione Andina, in Perù e in Bolivia. In quest’ultima zona si concentra la gran parte degli esemplari, circa tre milioni, corrispondenti all’85%, dei lama esistenti sul pianeta.

Gli animali vengono tosati ogni due anni e i peli classificati secondo la finezza e il colore che

si distinguono abitualmente in bianco, bruno e nero. Il sottopelo si presenta assai fine, morbido e leggermente arricciato, caldo e con un eccezionale potere isolante. Raggiunge una finezza che varia tra i 22 e i 26 micron, mentre il vello esterno, più grossolano può raggiungere una lunghezza che oscilla tra i 13 e i 26 centimetri.

Si utilizza per la realizzazione di tessuti a maglia molto pregiati, giacche, cappotti e coperte.

Il pelo di alpaca (WP)

Appartenente alla famiglia dei camelidi, vive anch’esso nella regione del lama ma si concentra in particolar modo in Perù. Il vello è ruvido e lungo all’esterno ma fine, lanoso e morbido nel sottovello dove la sottigliezza della fibra, leggermente ondulata e brillante, si aggira intorno ai 14 micron. La lunghezza delle fibre può variare dagli 8 ai 15 centimetri.

La tosa avviene tra novembre e marzo e la resa di ogni capo è di circa 2,5 chili per le femmine e 4 chili per i maschi.

Il pelo prodotto dal piccolo alpaca detto “Cria” o “Baby alpaca” è ancora più pregiato per la sua brillantezza e finezza e lo si ottiene dalla prima tosatura degli agnelli a un anno di età. Il pelo di alpaca è privo di lanolina quindi è anallergico e non infeltrisce. I colori sono bianco, beige, grigio, bruno e nero anche se le colorazioni possono essere oltre una ventina.

Il pelo di vigogna (WG)

Camelide diffuso in Perù, Bolivia, Cile e Argentina, fu decimato dai conquistatori spagnoli a causa dello sfruttamento della sua pregiata fibra. Si tratta di una specie a rischio di estinzione e per tale motivo il commercio del suo pelo è stato soggetto a restrizioni. Gli animali, che vivono liberi, vengono infatti catturati per la tosatura e successivamente liberati. Attualmente si contano circa 180.000 esemplari che vivono in gran parte in Perù a quote d’altitudine che oscillano tra i 4.000 e i 6.000 metri. La tracciabilità dei prodotti realizzati in vigogna è garantita dal CITES (convenzione di Washington che regola il commercio di piante e animali in via d’estinzione).

Considerata come la “fibra degli dei” era, al tempo degli Inca (XIII-XVI sec.), prerogativa esclusiva della famiglia reale. Il sottovello della vigogna ha infatti una finezza eccezionale, 12 micron, ed è quindi la fibra filabile più sottile esistente nel regno animale. Le sue particolari caratteristiche di morbidezza la rendono inoltre tra le più pregiate fibre nello scenario tessile. L’animale adulto produce circa 250 grammi di pelo ogni due anni (una capra del cashmere produce circa 250-400 grammi all’anno). Per realizzare un cappotto occorre il vello di 25-30 animali, mentre per una maglia quello di 6. Il colore del pelo è cannella, leggermente più chiaro sulla zona pettorale dell’animale.

Il pelo della capra mohair (WM)

Mohair è la denominazione attribuita al pelo che si ricava dalla capra mohair o d’angora. Essa viene allevata in Turchia, in Sud Africa e nel Texas, regione nella quale si ottiene la fibra qualitativamente migliore. La tosa di questa capra avviene due volte all’anno e produce un pelo lungo, serico e leggermente arricciato, di color bianco-giallastro, che non infeltrisce con facilità.

Raggiunge una finezza media tra i 24 e i 60 micron e la lunghezza delle fibre varia mediamente tra i 15 e i 25 centimetri. Il mohair è reso pregiato dalla sua attitudine a essere tinto, infatti la coloritura risulta duratura e uniforme oltre che particolarmente resistente. Dai capretti si ottiene il rinomato “kid mohair” che risulta essere più pregiato e viene utilizzato per capi di maggior qualità.

Il pelo del bovino yak

Il pelo di superficie del bovino tibetano denominato yak è molto lungo e ispido, la peluria sottostante invece raggiunge una pregevole finezza media che oscilla tra i 15-19 micron, per questa ragione è spesso utilizzata come succedanea del cashmere. Il sottopelo viene raccolto in primavera strigliando l’animale.

Il coniglio d’angora (WA)

Il coniglio d’angora, di grossa corporatura, coperto da un lungo e morbido pelo bianco, produce la pregiata fibra d’angora. Il maggior produttore di questa fibra è la Cina, ma è diffusa in tutta Europa e in Asia Orientale. La lunghezza varia dai 3 ai 6 centimetri.

La tosatura, che avviene ogni tre mesi, quindi quattro volte l’anno, produce circa 250 grammi di pelo che risulta essere molto fine e leggero e ha un’ottima assorbenza al calore e all’umidità, in particolare per i peli dello strato inferiore. Con i peli di superficie, detti “giarra”, si ottiene il classico effetto spinoso conferito ai capi ai quali vengono aggiunti.

Il pelo di cashgora

Nuova razza di capra ottenuta incrociando un becco di capra Mohair o Angora e una capra australiana da pascolo, del tutto simile alla capra del cashmere, questa nuova specie viene allevata in Nuova Zelanda e Australia. Il pelo di cashgora unisce i vantaggi del cashmere e del mohair, conservando la morbidezza del primo e la lucentezza del secondo. 

Questa fibra, mediamente fine e brillante, di color bianco, raggiunge una lunghezza di circa 11 centimetri e la sua finezza è compresa tra i 18 e i 22 micron.

La capra del cashmere (WS)

La produzione del cashmere è concentrata nella regione dell’Asia centrale, in particolar modo in Iran, Afghanistan e nella Mongolia esterna anche se indubbiamente, la qualità più pregiata e ricercata proviene dalla Mongolia interna, regione costituita principalmente da aridi altopiani confinati tra la Grande Muraglia e il deserto del Gobi e parte della Repubblica Popolare Cinese.

In quest’area, situata a un’altitudine media di mille metri, l’escursione termica tra l’inverno e l’estate raggiunge anche i 60 °C, con temperature invernali che scendono fino a - 30 °C. Questo particolare contesto climatico rende il sottovello delle capre soffice e morbido.

La Capra hircus aegragus e la Capra Falconeri sono le progenitrici delle attuali capre da cui si ricava il cashmere, animali robusti e resistenti in particolar modo alle basse temperature e che nel maschio sviluppano un’altezza al “garrese” che varia tra i 35 e i 60 centimetri. Per proteggersi dal freddo la capra produce un vello molto aperto, con pelo lungo e relativamente grossolano. Ma la parte più preziosa è il sottovello morbidissimo chiamato duvet, soffice e con un impatto serico. 

Di colore principalmente bianco, il più pregiato, non esclude però colori che variano dalle tonalità marroni a quelle grigie o rossicce. La lunghezza delle fibre che compongono il duvet varia tra il 20-40 millimetri e i 12-19 micron di finezza. Quello cinese, considerato il più fine in natura, sviluppa un micronaggio medio con un valore tra i 14-15 micron.

Il potere isolante del cashmere è considerato dieci volte superiore a quello della lana. Le capre che vivono allo stato brado sono custodite da una folta schiera di pastori mongoli che radunano le greggi nel mese di maggio, quando avviene la muta del pelo, per poter effettuare l’operazione della tosatura-pettinatura che produce un raccolto composto da duvet e pelo ordinario. Una volta trasportata ai centri di raccolta, la fibra è soggetta alla prima selezione in relazione alla finezza, al colore e alla “dejarratura” (separazione del duvet dalle fibre più grosse). Ogni capra produce annualmente tra i 150 e i 200 grammi di duvet e si stima la presenza di oltre 15 milioni di ovini che producono cashmere nelle regioni citate.